Welfare aziendale: i vantaggi fiscali per l’azienda e i dipendenti
Welfare aziendale: i vantaggi fiscali per l’azienda e i dipendenti
Diversi studi e l’esperienza di chi ha già investito sul welfare aziendale concordano: un’azienda che ha a cuore il benessere dei propri dipendenti è più sana e competitiva. E non mancano i vantaggi fiscali.
Dopo essere stato per decenni riservato a poche aziende illuminate del panorama italiano, il welfare aziendale da alcuni anni a questa parte si sta facendo strada all’interno di tantissime realtà, grandi e piccole.
Lo Stato ha messo in atto già da tempo delle misure volte proprio ad incoraggiare le politiche di welfare aziendale, che si traducono perlopiù nella possibilità di ottenere agevolazioni e vantaggi fiscali, sia per le aziende che per i lavoratori.
Il punto di partenza è il fatto che offrire un servizio di welfare ad un dipendente ha un impatto positivo maggiore rispetto ad un aumento di stipendio dello stesso importo. Facciamo un esempio: un premio di 100€ in busta paga porterà nelle tasche del lavoratore, di fatto, solo 50€. La stessa cifra, investita in un benefit che vada a rispondere alle reali esigenze del dipendente, farà sì che il valore percepito dal dipendente sia addirittura pari a 120€.
Come è possibile? Questo succede perché, da un lato i servizi inclusi in un programma di welfare sono detassati, e dall’altro perché vengono erogati ad un costo agevolato. Il datore di lavoro, infatti, riesce a contrattare con fornitori e organizzazioni ottenendo condizioni a cui, normalmente, il dipendente non avrebbe accesso.
Se, per il dipendente, ricevere un premio in welfare piuttosto che in denaro è senz’altro conveniente in termini di contributi previdenziali e imposte a suo carico, va sottolineato che i vantaggi fiscali sono tutt’altro che trascurabili anche per le aziende. Vediamoli insieme:
Welfare aziendale: i vantaggi fiscali previsti dalla legge
Il principale riferimento normativo in materia di welfare aziendale e relativi benefici fiscali è l’art. 51 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), che riguarda il trattamento dei fringe benefit in capo ai dipendenti ed individua somme e valori che non concorrono alla formazione di reddito per il dipendente e sono deducibili dal datore di lavoro ai fini IRES.
In particolare, le categorie considerate dal Legislatore a cui le aziende fanno maggiormente riferimento per delineare i benefit di welfare aziendale sono:
- i contributi per la previdenza complementare e l’assistenza sanitaria integrativa per un importo non superiore a 3.615,20€
- somministrazioni di vitto (art. 51, c. 2, lett. c), come, ad esempio, i ticket restaurant (dall’importo massimo giornaliero di 4€ se cartacei e 8€ se elettronici) oppure servizio mensa interna o mensa diffusa (senza nessun limite di esenzione);
- servizi di trasporto, vitto e beni e servizi relativi a ricreazione e assistenza, anche per i propri familiari
- somme, servizi e prestazioni, fruibili dalla generalità o da categorie dei dipendenti, per la frequenza di asili nido, nonché per borse di studio e servizi integrativi e di mensa (art. 51, comma 2, lett. f-bis);
- aliquota agevolata al 10% sui premi aziendali fino a 3 mila euro o 4 mila euro se il dipendente è direttamente coinvolto nell’organizzazione aziendale
L’importanza del welfare
Un’azienda può arrivare quindi ad erogare welfare detassato per qualche migliaio di euro per ogni singolo dipendente. Certo solo in determinate casistiche che richiedono una attenta valutazione fiscale, ma certamente è qualcosa che si può fare.
Risulta quindi importante porsi il problema di quali siano i servizi di welfare aziendale più sensati per la singola realtà aziendale e che funzionano.
Sappiamo che i benefici del welfare aziendale sono tanti tra cui:
- Aumentare l’employer branding
- Migliorare le condizioni concrete di vita dei dipendenti in modo che possano dedicarsi al proprio lavoro con meno incombenze extralavorative
- Erogare aumenti di stipendio collettivi ad alta efficacia economica
- Migliorare il clima lavorativo, la motivazione e la produttività
L’azienda, quindi, sceglie il welfare per ottenere diversi risultati ma sicuramente, anche grazie agli incentivi fiscali, innesca un circolo virtuoso da non trascurare: da un lato dipendenti più soddisfatti e, dall’altro, una riduzione del cuneo fiscale e contributivo che può agevolare investimenti in settori aziendale strategici (come formazione o tecnologie) incentivando di fatto produttività e sviluppo aziendale, e impattando positivamente suoi lavoratori e le loro famiglie.