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Bonus smart working: la mensa diffusa defiscalizza il pranzo

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Bonus smart working: la mensa diffusa defiscalizza il pranzo

Bonus smart working: in cosa consiste e perché la mensa diffusa è la soluzione per la pausa pranzo più vantaggiosa, anche a livello fiscale, per aziende e lavoratori

Scopriamo insieme quali vantaggi ha previsto il Governo a livello di welfare aziendale per favorire i dipendenti in lavoro agile, che oltre alle normali agevolazioni, lavorando da casa, hanno bisogno di apparecchiature più idonee.

Nell’ambito delle politiche di welfare aziendale rientrano due tipi di benefit, i flexible benefit e i fringe benefit. Scopriamo insieme in cosa consistono, in quale dei due rientra il bonus smart working e perché, soprattutto a livello fiscale, la mensa diffusa è la soluzione più vantaggiosa per la pausa pranzo dei dipendenti. 

Bonus smart working: flexible benefit e fringe benefit

Le politiche di welfare aziendale sono tutte le misure volte ad agevolare l’erogazione da parte dell’azienda di beni e servizi a vantaggio dei lavoratori. Essenzialmente queste misure si dividono in due tipologie di agevolazioni: 

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  • i flexible benefit, una serie di beni o servizi, indipendenti dalla retribuzione corrisposta, privi di carichi impositivi e contributivi, che aumentano il potere d’acquisto ed il benessere del dipendente e della sua famiglia. Spetta all’azienda rendere fruibili i flexible benefit stabiliti senza distinzioni e quindi in maniera omogenea. Esempi di flexible benefit sono: bus o navette, voucher, corsi di formazione, polizze sanitarie, asili nido, borse di studio, rimborso spese scolastiche, abbonamenti a cinema, teatri e palestre etc. 
  • i fringe benefits, che devono figurare in busta paga, rientrano nella categoria dei compensi in natura e sono una vera e propria retribuzione che l’azienda può scegliere di corrispondere ai propri lavoratori: a differenza dei flexible benefit, le categorie di dipendenti alle quali assegnare questi beni o servizi vengono stabilite in fase di redazione o di modifica del contratto di lavoro. Esempi di fringe benefit sono: l’auto aziendale, lo smartphone, il tablet, il pc portatile, i rimborsi spese ed i buoni pasto. 

Riguardo ai fringe benefit, il Governo stabilisce una soglia, che ogni anno può essere modificata o prorogata, entro la quale beni e servizi non concorrono a formare reddito e quindi, sostanzialmente, sono esenti da tassazione. Rispetto ai 258,23 euro originari, nel 2020, a causa dell’emergenza sanitaria e della conseguente adozione del lavoro agile da parte della maggior parte delle aziende, il limite è stato raddoppiato a 516,46 euro. Questo importo, con il Decreto Sostegni, è stato prorogato anche per il 2021. 

Il Bonus smart working non è altro che la differenza tra i 516,46 euro attuali e i 258,23 originari: un aumento molto richiesto dalle aziende e giustificato dalla volontà del Governo di dare un aiuto concreto ai lavoratori in smart working. 

Attenzione però: se si supera la soglia massima di esenzione che, come abbiamo visto, è di 516,46 euro, allora i benefit andranno a concorrere al reddito. In questo senso può aiutarci la normativa della mensa diffusa. Vediamo insieme perché.

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Perché optare per la mensa diffusa

All’interno del welfare aziendale della pausa pranzo, la mensa diffusa permette di ottenere un trattamento fiscale più conveniente rispetto ai buoni pasto, garantendo la completa esenzione senza nessun limite.

La mensa aziendale diffusa consiste in una rete di ristoranti ed altri esercizi convenzionati, nei quali i dipendenti possono pranzare utilizzando un badge oppure un’app fornita dall’azienda. Ogni giorno, il lavoratore ha il diritto di scegliere un pasto di un importo prestabilito dall’azienda: ha la possibilità di scegliere dove consumarlo, entro la soglia massima dell’importo giornaliero.
A livello pratico i vantaggi sono evidenti: per i dipendenti più possibilità di scelta, per l’azienda meno incombenze. Per quanto riguarda l’aspetto fiscale, a differenza dei buoni pasto, che rientrano tra i fringe benefit e quindi sono esenti da tassazione fino ad una soglia limite, il servizio di mensa aziendale diffusa è completamente esentasse, a prescindere dall’importo che si desidera erogare per ciascun lavoratore. 

Questo permette alle aziende di aumentare il valore e la qualità del pranzo offerto ai propri dipendenti senza dover per forza rientrare nel limite di 4€ e 8€ imposto dai buoni pasto e di 516,46€ imposto dal bonus smart working.

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Published On: 22 Luglio 2021Categorie: Aziende e Consulenti

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About the Author: Giuliana Gugliotti

Giornalista, blogger e social media manager freelance. Aiuto aziende e professionisti a raccontare la loro storia e a costruirsi un’identità vincente sul web.