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Impatto ambientale del cibo: quali sono gli alimenti più sostenibili?

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Impatto ambientale del cibo: quali sono gli alimenti più sostenibili?

Il cibo e la sua produzione hanno un forte impatto sull’ambiente. Come fare scelte sostenibili in cucina?

Sono molti gli studi che mettono in evidenza l’impatto ambientale della produzione di cibo in termini di consumo del suolo, di acqua e di emissioni di anidride carbonica. Per misurarlo, si deve tener conto di tutte le fasi della filiera produttiva, e quindi dell’intero ciclo di vita che porta un alimento dal campo (o dall’allevamento) fino alla nostra tavola e anche oltre.

Un pasto medio percorre più di 1.900 km sui mezzi di trasporto prima di arrivare sulla nostra tavola e spesso ci vuole più energia per portarlo al consumatore di quanto il pasto stesso fornisca in termini nutrizionali

Certo, dopo una giornata di lavoro hamburger e bibita sono allettanti, veloci ed economici ma il conto ambientale è decisamente salato.

L’impronta che ciascun alimento lascia sul nostro pianeta può essere calcolata facendo riferimento a diversi indicatori. Vediamo quali.


I diversi tipi di impronta

Impronta idrica

L’impronta idrica indica quanta acqua viene utilizzata o inquinata per produrre un determinato alimento e tiene conto anche del luogo in cui quest’acqua viene prelevata.

Impronta di carbonio

L’impronta di carbonio calcola le emissioni di gas serra lungo tutta la filiera di un dato cibo e si misura in grammi di anidride carbonica equivalenti.

Impronta ecologica

L’impronta ecologica rappresenta la quantità di terra o di mare utilizzata per un determinato cibo e tiene in considerazione anche la capacità di rigenerarla.


La piramide ambientale

Analizzando i diversi parametri è possibile stilare una classifica dei cibi in base al loro impatto ambientale.

Sono tante le ricerche che hanno analizzato proprio questo aspetto delle nostre scelte alimentari. Tra queste quella del Barilla Center for Food & Nutrition, che ha elaborato la “piramide ambientale” accostata alla tradizionale “piramide alimentare”.

impatto ambientale del cibo

Cosa ci dice la piramide ambientale?

Si tratta di una piramide capovolta con, in alto, gli alimenti con maggiore impatto ambientale e, in basso, quelli con l’impatto più basso. I cibi per i quali è consigliato un consumo maggiore (frutta e verdura) sono anche quelli che hanno il minor impatto ambientale. I cibi per i quali è raccomandato un consumo ridotto (carne e formaggi) sono invece quelli che hanno un maggiore impatto ambientale.

Scegliere alimenti vegetali rappresenta dunque una scelta green e i motivi sono tanti:

  • Per ottenere un chilogrammo di carne bovina si consumano 19.525 litri di acqua, mentre per un chilogrammo di ortaggi di stagione bastano 335 litri.
  • Lo stesso vale per l’impronta di carbonio che vede la carne bovina in testa (26.230 grammi di anidride carbonica equivalenti per chilogrammo di prodotto) e la frutta in ultima posizione.
  • Un discorso simile vale anche per l’impronta ecologica: sono necessari 127 metri quadri globali di terra per produrre un chilo di carne bovina contro i 3 metri quadri richiesti per un chilo di ortaggi di stagione.

Tutti i dati sembrano confermare una cosa: gli alimenti di origine vegetale hanno un impatto (idrico, di emissioni e di consumo di terra) inferiore rispetto a quelli di origine animale.

Passare ad una dieta a base prevalentemente vegetale risulta quindi essere la scelta più sostenibile per il nostro pianeta e anche quella più sana per la nostra salute!

É necessaria quindi un’inversione di tendenza se vogliamo ridurre l’impatto ambientale della produzione di cibo. Ma ridurre il livello di consumo di carne non è solo una scelta individuale: è essenziale che il settore pubblico compia i primi passi attraverso campagne di sensibilizzazione e investimenti in innovazione.

Breve guida dipendenti pausa pranzo
Published On: 12 Agosto 2021Categorie: Dipendenti

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About the Author: Marta Maestri

Marketer e content creator, con una forte passione per tutto quello che è food. Millennial, laureata in Marketing e con esperienza in aziende Food & Beverage sia in Italia che a Londra. Credo in un futuro di sostenibilità e umanizzazione.