Intelligenza artificiale e gastronomia: il futuro del gusto
Intelligenza artificiale e gastronomia: il futuro del gusto
L’intelligenza artificiale entra nell’industria del food. Ma questo, in concreto, cosa significa?
Hai mai pensato di abbinare i kiwi alle ostriche oppure l’agnello alle albicocche? Se ti sembrano “pairing” strani ti sarà utile sapere che c’è una scienza dietro a questi e a molti altri gusti del futuro! E ovviamente l’AI, Artificial Intelligence, è entrata a piedi pari anche in questo ambito.
I gusti del futuro
Secondo i dati Nielsen, l’85% dei nuovi prodotti di largo consumo, inclusi i soft drink e i cibi pronti, falliscono nel giro di due anni. Non sorprende, dunque, che i grandi produttori dell’industria del food vogliano sapere quali saranno i gusti più ricercati dai consumatori del futuro.
Qui entra in gioco l’intelligenza artificiale. Grazie alle sue capacità di analisi dei dati e di apprendimento automatico, infatti, l’AI sta aiutando chef, ristoratori e produttori di alimenti a creare esperienze culinarie innovative e personalizzate. Ed un aspetto particolarmente interessante in cui l’intelligenza artificiale sta dimostrando di essere utile è il campo del food pairing.
Intelligenza Artificiale e Food Pairing
Il food pairing, o abbinamento alimentare, è l’arte di combinare sapientemente ingredienti e aromi per creare una sinergia gustativa.
Tradizionalmente, il food pairing si basa su competenze culinarie acquisite attraverso l’esperienza e l’intuito degli chef. Tuttavia, l’introduzione dell’intelligenza artificiale ha aperto nuove possibilità nel campo, consentendo di scoprire e sperimentare abbinamenti difficilmente intuibili per gli esseri umani.
Questo è possibile grazie all’utilizzo da parte dell’AI di algoritmi che permettono di analizzare un’enorme quantità di dati relativi agli ingredienti alimentari, compresi i loro profili chimici, aromatici e nutrizionali. Questa grande mole di informazioni viene elaborata per identificare correlazioni e pattern che potrebbero suggerire abbinamenti gustativi interessanti, andando a migliorare l’aroma e la complessità di un piatto.
Inoltre, attraverso l’analisi dei dati sulle preferenze culinarie personali, l’intelligenza artificiale può suggerire abbinamenti specifici che soddisfano i gusti individuali. Questo può essere particolarmente utile per i ristoranti che desiderano offrire esperienze personalizzate ai loro clienti.
Certo diventa difficile per dei robot identificare le sensazioni che può sperimentare un umano nella propria bocca, ma queste intelligenze artificiali hanno un vantaggio: non si fanno condizionare da elementi come il colore o l’odore!
Sappiamo già che il colore influenza in maniera considerevole la nostra percezione sul cibo. E l’odore non è da meno! Hai mai provato a tapparti il naso mentre mangi una fragola o bevi un caffè? La fragola non risulterà dolce e il caffè non sarà amaro. Il gusto che sentiamo dipende infatti sia dall’odore che sentiamo prima di mangiare che dalle molecole aromatiche rilasciate nella bocca.
L’AI aiuta ma non sostituisce l’uomo
Sono diverse le aziende che stanno testando strumenti di AI per velocizzare processi di test gustativi altrimenti molto lunghi.
Inoltre, l’intelligenza artificiale può essere utilizzata per migliorare l’efficienza operativa nelle cucine commerciali. I robot da cucina autonomi, guidati dall’IA, possono eseguire compiti ripetitivi come la preparazione degli ingredienti, riducendo il tempo e il lavoro necessari per preparare i pasti. Ciò permette agli chef di concentrarsi su compiti più creativi e complessi.
Ma nonostante tutti i benefici che l’AI può apportare all’industria gastronomica, è importante sottolineare che l’aspetto umano e la creatività degli chef rimangono fondamentali e questo nessuno lo metterà mai in dubbio.