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La ripresa delle aziende inizia dalla pausa pranzo: come tagliare i costi con PerPranzo

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La ripresa delle aziende inizia dalla pausa pranzo: come tagliare i costi con PerPranzo

Quella post-Coronavirus sarà una ripartenza lenta, graduale e all’insegna del risparmio: ecco perché PerPranzo è un’opportunità per tutte le aziende di tagliare sui costi della pausa pranzo aziendale

Il Coronavirus è destinato a cambiare, se non per sempre, quantomeno per un periodo di tempo considerevolmente lungo il volto delle aziende italiane: dopo lo stop forzato di questi mesi, quando finalmente sarà possibile tornare a lavoro bisognerà rimboccarsi le maniche e capire da dove ricominciare.

Il ritorno alla normalità sarà lento, graduale, impegnativo e all’insegna della sostenibilità: tagliare i costi e le spese superflue sarà una necessità per tutti e la tentazione, come sempre avviene in periodi di crisi, di far pagare al welfare aziendale, in quanto comparto apparentemente non produttivo, il costo più alto di questa emergenza, sarà forte.

Ma non è detto che debba andare così.

La ripresa delle aziende inizia dalla pausa pranzo

Come fare per risparmiare senza intaccare i benefit per i lavoratori, primo fra tutti quello legato alla pausa pranzo? La buona notizia è che risulta possibile tagliare i costi della pausa pranzo senza ridurre il budget o pregiudicare la qualità del pasto aziendale, insomma senza che siano i tuoi dipendenti a farne le spese. 

PerPranzo rappresenta la soluzione perfetta per risparmiare su tasse e imposte legate al welfare della pausa pranzo, continuando ad offrire ai lavoratori un pasto di qualità, economicamente sostenibile.

Come funziona PerPranzo?

PerPranzo rappresenta un’alternativa smart ed economica ai classici buoni pasto in formato cartaceo o elettronico: si tratta di una rete di convenzioni che mette in contatto ristoratori e aziende interessate ad offrire ai propri dipendenti il pasto aziendale, basata sul concetto di mensa diffusa.

Questo permette alle aziende di beneficiare degli stessi vantaggi fiscali previsti per una mensa aziendale interna, rendendo PerPranzo una soluzione molto più economica rispetto ai ticket restaurant e completamente defiscalizzato

Con PerPranzo infatti l’importo erogato a ciascun dipendente per il pranzo aziendale non costituisce reddito da lavoro dipendente, a prescindere dall’importo speso, quindi l’azienda non è tenuta a pagare i contributi fiscali e previdenziali previsti invece sull’eccedenza dei buoni pasto – oltre i 4€ per i buoni cartacei, oltre gli 8€ per i buoni elettronici.

L’acquisto dei pasti con PerPranzo è completamente detassabile con aliquota al 4%, quindi è 100% esentasse. 

Infine, grazie all’innovativo sistema di cashback, l’azienda paga solo per i pasti effettivamente consumati da ogni singolo lavoratore e per l’importo speso: l’eccedenza viene restituita e può essere riutilizzata per i pasti del mese successivo, con un risparmio significativo, che sarà davvero utile durante la prima fase di ripresa delle attività post-emergenza quando non tutti i dipendenti potranno recarsi contemporaneamente a lavoro, scegliendo magari di non usufruire del pasto aziendale. 

 
BOFU - FINANCE
Published On: 3 Agosto 2020Categorie: Aziende e Consulenti

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About the Author: Giuliana Gugliotti

Giornalista, blogger e social media manager freelance. Aiuto aziende e professionisti a raccontare la loro storia e a costruirsi un’identità vincente sul web.