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Buoni pasto cartacei, elettronici e mensa diffusa: confronto tra costi e benefici

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Buoni pasto cartacei, elettronici e mensa diffusa: confronto tra costi e benefici

Offrire ai propri dipendenti un pranzo di qualità e allo stesso tempo risparmiare su tasse e imposte: con la mensa diffusa è possibile

Garantire il pranzo aziendale ai propri dipendenti è una misura di welfare di base che sempre più aziende scelgono di adottare: una piccola attenzione che può fare la differenza per il lavoratore, con ripercussioni altamente positive sulla sua motivazione e sul suo attaccamento all’azienda.

Purtroppo però quella di erogare i buoni pasto in sostituzione del servizio di mensa aziendale è anche una scelta che presenta dei costi non indifferenti: oltre alla spesa viva per i ticket pasto quotidiani per ogni singolo dipendente le aziende si trovano ad affrontare i costi legati alla tassazione dei buoni pasto.

Buoni pasto cartacei: stoccata con la nuova Finanziaria

Da questo punto di vista la nuova manovra finanziaria ha dato una pesante stoccata alle aziende che continuano ad utilizzare buoni pasto cartacei, riducendone l’importo giornaliero non tassabile da 5,29 a 4 euro.

A partire dal 2020, l’eccedenza di tutti i buoni pasto con importo superiore ai 4 euro va quindi a sommarsi al reddito percepito in busta paga come reddito da lavoro dipendente, su cui sia il lavoratore sia l’azienda sono tenuti a pagare le tasse: ne abbiamo parlato approfonditamente in questo articolo dedicato proprio alle novità della Finanziaria 2020.

Insomma, le scelte del Governo in materia di bilancio rischiano di andare ad ostacolare, invece che agevolare, una misura di welfare così importante come quella del buono pasto aziendale.

Buoni pasto cartacei ed elettronici: costi a confronto

Non c’è dubbio quindi che le aziende che vorranno continuare a garantire questo servizio ai propri dipendenti dovranno ben presto riadattare il servizio. Il Governo ha inteso promuovere l’utilizzo dei buoni elettronici in nome di una maggiore trasparenza e nell’ambito di una più globale digitalizzazione dei pagamenti aumentandone la soglia di deducibilità, che passa dai 7 agli 8 euro.

Attualmente la scelta del formato elettronico sembra essere la più conveniente per le aziende che erogano ai propri dipendenti buoni pasto dal valore massimo di 8 euro: scegliendo il formato elettronico infatti il buono diventa completamente deducibile.

E se l’azienda offre buoni pasto superiori ad 8€?

Il discorso cambia però per le aziende che erogano buoni pasto di importo superiore a 8 euro: anche utilizzando il formato elettronico, infatti, l’azienda sarà tenuta al pagamento delle tasse sull’eccedenza, che moltiplicato per ciascun buono pasto quotidianamente erogato a ciascun lavoratore rappresenta comunque una cifra importante.

MOFU - FINANCE

Costi aziendali: confronto tra tutte le soluzioni presenti sul mercato per la pausa pranzo

Un esempio: un’azienda con 50 dipendenti che vuole corrispondere ai propri dipendenti una cifra di 10€ al giorno per il pranzo può scegliere se farlo tramite:

  • Indennità in busta paga
  • Buono pasto cartaceo
  • Buono pasto elettronico
  • Mensa diffusa

Vediamo il costo aziendale di ognuna di queste opzioni.

Indennità in busta paga

  • Costo giornaliero per dipendente: 16,15€
  • Costo mensile per dipendente: 323,00€
  • Costo mensile totale: 16.150,00€

Buono pasto cartaceo

  • Costo giornaliero per dipendente: 13,69€
  • Costo mensile per dipendente: 273,80€
  • Costo mensile totale: 13.690,00€

Buono pasto elettronico

  • Costo giornaliero per dipendente: 11,23€
  • Costo mensile per dipendente: 224,60€
  • Costo mensile totale: 11.230,00€

Esistono alternative per l’azienda? Come fare per pagare soltanto la cifra che si intende offrire al dipendente per la pausa pranzo?

Mensa diffusa: azzera i costi conservando tutti i benefici

Scegliendo il servizio di mensa diffusa, che prevede la possibilità per i dipendenti di pranzare in un ristorante convenzionato pagando il pasto con un card elettronica o un’app, il datore di lavoro ha la possibilità di azzerare tutti i costi legati all’erogazione dei buoni pasto.

Quali costi avrebbe la stessa azienda di 50 dipendenti che vuole offrire un pasto dal valore di 10€ per ogni suo lavoratore?

Mensa diffusa con PerPranzo

  • Costo giornaliero per dipendente: 10,00€
  • Costo mensile per dipendente: 200,00€
  • Costo mensile totale (50 dipendenti): 10.000,00€

In un anno quindi, offrendo al lavoratore la possibilità di usufruire della pausa pranzo di valore pari a 10€, l’azienda con 50 dipendenti spenderà:

  • Indennità in busta paga: 193.800€
  • Buono pasto cartaceo: 164.280€
  • Buono pasto elettronico: 134.760,00€
  • Mensa diffusa con PerPranzo: 120.000,00€

Fra la mensa diffusa con PerPranzo e le altre soluzioni la differenza non è poca, specie se calcolata sul bilancio annuale che potrà alleggerirsi con un risparmio da 14.760€ (buono pasto elettronico) a 73.800,00€ (indennità in busta paga).

Ma c’è di più: attivando PerPranzo l’azienda paga solo per i pasti effettivamente consumati e per l’importo effettivamente pagato, perché le somme non spese vengono restituite tramite un sistema di cashback.

Inoltre il servizio di mensa diffusa è affiancabile ai buoni pasto, in qualunque formato, sia cartaceo che elettronico, dando ai dipendenti la possibilità di scegliere quale servizio utilizzare.

BOFU - FINANCE
Published On: 9 Marzo 2020Categorie: Aziende e Consulenti

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About the Author: Giuliana Gugliotti

Giornalista, blogger e social media manager freelance. Aiuto aziende e professionisti a raccontare la loro storia e a costruirsi un’identità vincente sul web.