Buoni pasto a rischio: tra tasse occulte e ritardi nei pagamenti sempre meno accettati dai ristoranti
Buoni pasto a rischio: tra tasse occulte e ritardi nei pagamenti sempre meno accettati dai ristoranti
I ristoratori minacciano di rifiutare i pagamenti con buoni pasto: attualmente incassano il 30% in meno sull’importo lordo
È bufera intorno ai buoni pasto.
Non bastava la stretta della nuova Finanziaria sui buoni pasto cartacei che ne ha, di fatto, diminuito il valore, aumentando la tassazione per le aziende. Ora arriva anche la denuncia delle imprese di ristorazione rappresentate da tutte le più importanti associazioni di categoria, tra cui Confcommercio, Confesercenti, Coop e Conad, per la prima volta riunite in un fronte comune nella battaglia contro i buoni pasto: il motivo sarebbe la presenza di una tassa occulta a carico dei ristoratori, che ammonterebbe addirittura al 30% dell’incasso complessivo.
Qui il comunicato della FIPE – Federazione Italiana Pubblici Esercizi che riassume lo stato di agitazione nel comparto.
Su 10mila euro di guadagno lordo per i ristoratori, circa 3mila se ne andrebbero in commissioni: una cifra troppo elevata perché si possa continuare ad accettare i buoni pasto, minacciano le associazioni di categoria che hanno denunciato la situazione al Ministero per lo Sviluppo Economico e al Ministero del Lavoro, chiedendo immediatamente di intervenire con provvedimenti volti a garantire che il valore nominale dei buoni pasto venga rispettato su tutta la filiera.
Il rischio è il rifiuto del pagamento con buoni pasto
Non è un mistero che, nel corso degli anni, i ristoratori ed altri esercenti abbiano iniziato a porre dei limiti all’utilizzo dei buoni pasto a causa dei continui ritardi nei pagamenti e delle elevate commissioni: commissioni che, al momento, sarebbero salite alle stelle, toccando quota 30%.
Perché le commissioni sono così elevate?
Il motivo di questo aumento esponenziale delle imposte sarebbe da rintracciare nella concorrenza al ribasso: pur di aggiudicarsi l’appalto, le società emettitrici dei buoni pasto arrivano a ribassare i prezzi anche del 20%, salvo poi rifarsi sulle commissioni applicate ai ristoratori.
Questo significa che su 10mila euro lordi incassati, ben 3mila se ne vanno in tasse: una situazione insostenibile per i ristoratori, al punto da costringerli a boicottare il sistema, rifiutando se necessario il pagamento con i buoni pasto.
Insomma, se la tua azienda utilizza ancora i buoni pasto, forse è arrivato il momento di iniziare a vagliare le altre soluzioni disponibili per evitare che i lavoratori non possano di fatto usufruire di tale misura di welfare.
Alternative, fortunatamente, ce ne sono: ne abbiamo parlato in questo articolo che ti consigliamo di leggere: Cos’è la mensa diffusa e perché conviene rispetto ai buoni pasto.